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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Castello di Ossena

Castello di Ossena




Il Castello di Ossena si trova in contrada Ossena, a sud di Scordia, da cui dista circa km 3,5 in linea d'aria. Percorrendo la provinciale Scordia - Francofonte, al km 5,2 da Scordia s'imbocca (verso ovest) la strada per Militello in Val di Catania e dopo km 2,6, ci s'immette (verso sud) in una carreggiabile, lunga km 1,5 ca. che conduce in una fattoria quasi sotto la rocca. Poi si prosegue a piedi.
La località è ricordata come casale nel 1310 e come arx nel 1354. E' quindi ipotizzabile che la costruzione del fortilizio sia da collocarsi fra le due date.
Attualmente il castello, di proprietà privata, giace in stato di abbandono e sono visibili i resti di una torre fuori terra che consentono una lettura ricostruttiva generale dell'impianto e parti di una seconda torre inglobate in una struttura architettonica successiva tipologicamente diversa.
La fortificazione trovasi a m 317 s.l.m. sulla sommità prevalentemente piatta di un rilievo che costituisce la cuspide occidentale di un rilievo delimitate a nord e a sud da due vallate, solcate da altrettanti corsi d'acqua, dei quali quella settentrionale è percorsa dal torrente Ossena. Nel versante meridionale della suddetta vallata, cioè sotto la rocca, si nota un abitato trogloditico ipoteticamente assegnabile ad epoca arabo-normanna e, proprio nella balza settentrionale sottostante alla torre, è visibile una sorta di oratorio rupestre in cui sono tracce di dipinti. La fortificazione fù verosimilmente costruita a difesa del sottostante insediamento che, infatti, si caratterizza per la presenza di numerose grotte che recano segni di frequentazone umana probabilmente, come già detto, risalenti alla dominazione arabo-normanna, sebbene non sia da escludere un'origine ancora più remota, forse legata al periodo della dominzione bizantina sull'isola. Particolamente interessante si presenta la grotta, esistente lungo il versante settentrionale e poco sotto i ruderi della fortificazione: si tratterebbe, similmente a quanto si osserva presso il "castrum vetus" della vicina Lentini ("Grotte del Crocifisso" e "Grotta di S. Lucia"), di una sorta di oratorio rupestre all'interno del quale si conserverebbero resti di affreschi (l'oratorio prende il nome locale di a rutta ra pupa).
I ruderi della torre isolata, quindi più in vista, non superano l'altezza di un metro, consentendo pertanto il rilevamento di un impianto quadrato con lati esterni lunghi circa m 10, con una muratura spessa 1 m., costruita un doppio paramento di blocchetti irregolari (in media m 0,40 x 0,25) poco sbozzati, inzeppati da frammenti di tegole e laterizi. La malta è formata di calce contenente tritumi vulcanici.
All'interno della torre si apre, al centro del lato orientale e tangente ad esso, un cunicolo a sezione circolare e dal diametro di un metro scavato nella roccia e visibile sino ad una profondità di circa m. 5.
La difesa della torre era potenziata da un muro di terrazzamento lungo il margine settentrionale si osservano i resti di un muro di terrazzamento, della lunghezza di m. 20 e altezza di m. 2, composto da una tecnica muraria simile a quella della torre quadrata. La seconda costruzione, a pianta quadrata di m 10 per lato, fu realizzata m 15 circa a nord-ovest della torre già descritta e con una tecnica muraria simile ma senza inzeppature di laterizi; qualche secolo addietro fù inglobata in una masseria, ora in rovina, per un'altezza non superiore al mezzo metro dal piano di calpestio, al di sotto del quale è possibile distinguere una profondità dei resti murari pari a m. 5, a loro volta tanto ampiamente rimaneggiati, cosi che furono utilizzati per realizzare una cisterna, come dimostra la concavità del fondo. Ma anche questo invaso per l'acqua, in un periodo imprecisato, subisce una mutazione della propria destinazione d'uso, come è possibile dedurre dalla presenza di un'apertura con arco a tutto sesto esistente lungo il muro occidentale, chiuso poi mediante un muro, in cui fu praticata una porta. E' ipotizzabile che alla prima torre, da supporre normanna per impianto e tecnica costruttiva ne fù aggiunta un'altra simile, con cui forse era collegata da un cunicolo sotterraneo. Lo stato di conservazione del complesso è pessimo.
Allo stato attuale degli studi risulta impossibile stabilire con esattezza l'epoca a cui risalirebbero entrambe le limitrofe strutture fortificate. Come è stato detto, in epoca normanna le fonti documentarie in nostro possesso sembrano testimoniare l'esistenza, presso Ossena, non di una fortezza, ma solo di un casale. Ciò non implica il fatto che in un periodo successivo al 1093 si edifichi una torre, quasi un piccolo dongione, che sfrutti la posizione strategica di questo rilievo, dalla sommità del quale si domina per miglia il territorio circostante. Probabilmente, in un'epoca ancora sconosciuta, si ritiene opportuno potenziare il ridotto fortificato, attraverso la costruzione di una seconda torre, forse posta in comunicazione con la prima per mezzo di un cunicolo. Purtroppo è impossibile precisare sia una cronologia assoluta del sito, sia una datazione relativa alle due fortificazioni: in realtà l'unico elemento discriminante, la differenza di tecnica edilizia tra le due torri, non è utile per stabilire il primato cronologico dell'una sull'altra.
Notizie storiche:
1093 - un piccolo centro abitato chiamato Essena sarebbe già esistente intorno al 1093 d.C. ed è ricordato fra le pertinenze della diocesi di Siracusa - Pirri 1733, p. 618.
Nei secoli successivi il medesimo insediamento sembra ricoprire il ruolo di casale:
1296 - casale - Gregorio 1791-92, II, p. 465.
1308 - 1310 - casale - Sella 1944, p. 100.
1354 - lo storico Michele da Piazza, p. 218. ricorda Ossena in qualità di "arx", lasciando probabilmente intendere l'esistenza di un edificio fortificato, costruito per salvaguardia e controllo del medesimo insediamento.
1479 - si ricorda l'insediamento come feudum - Barberi, I, p. 476.
1558 - Fazello, I, X, II, p. 475. cita Ossena alla stregua di rocca, presumibilmente ancora esistente e funzionale alla sicurezza del territorio. Si sconoscono, al momento, le cause che hanno condotto alla rovina del castello e del relativo casale.



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